
In occasione della Giornata internazionale della Memoria verrà realizzato l’evento regionale “Guilty to be born”, promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI, assieme alla Comunità Ebraica di Napoli – sezione Calabria, e organizzato dalla società 4Culture, in collaborazione con E-Bag srl e le associazioni EoS Sud e Aschenez. L’evento, che gode del patrocinio del Comune di Borgia e della Fondazione Museo della Shoah, si svolgerà il 27 gennaio alle ore 18 nel palazzo Mazza, per ricordare gli 80 anni della Liberazione del Campo di Sterminio di Auschwitz. All’iniziativa, moderata dal promotore Andrea Perrotta, interverranno la sindaca di Borgia Elisabeth Sacco, Giulio Disegni (da remoto) per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Roque Pugliese, delegato per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli, Alfonso Sassun, esperto in tradizioni e cultura ebraica. Parteciperà, in collegamento da remoto, l’artista Anna Maria Tulli, con la presentazione del progetto espositivo “Le scatole della memoria”, basato sui disegni realizzati dai bambini ebrei rinchiusi nei campi di concentramento di Terezin.
L’evento è stato organizzato con l’obiettivo di sottolineare il valore della memoria storica, come elemento fondativo per costruire una società che allontani i semi della violenza, della discriminazione e dell’intolleranza. Il contributo di Anna Maria Tulli aggiunge al dibattito la forza del linguaggio artistico che riesce a toccare le corde dell’emotività. L’iniziativa si svolge all’interno di palazzo Mazza che, attraverso eventi di questo tenore, si conferma centro di promozione culturale e di divulgazione dei temi di più stringente attualità.
<<La liberazione del Campo di Sterminio di Auschwitz – ha dichiarato Roque Pugliese, referente per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli – è un grande passo dell’umanità verso il bene e verso la luce dopo anni di tenebre e di orrore. Lo vogliamo ricordare soprattutto rimarcando come la Shoah sia stato frutto di matematica premeditazione effettuata a tavolino a partire dalla conferenza Wannsee. Il 20 gennaio 1942, quindici tra i maggiori funzionari del Partito Nazista e del Governo tedesco si riunirono in una villa nel sobborgo berlinese di Wannsee per discutere l’esecuzione di quella che venne chiamata la “Soluzione Finale alla Questione Ebraica”. “Soluzione Finale” – ha spiegato – divenne poi il nome in codice dello sterminio sistematico e premeditato degli Ebrei di tutta Europa, piano che, nel 1941, venne autorizzato dallo stesso Adolf Hitler. Anche l’Italia contribuì a questo orrendo crimine dopo l’approvazione delle leggi razziali il 17 novembre 1938 e le deportazioni a partire dal 1943>>.
Laureata in filosofia araba medievale all’Università di Pisa, ho conseguito un dottorato all’Unical sull’influenza della filosofia araba negli autori del Rinascimento calabrese. Per tre anni ho insegnato all’istituto universitario Pratesi di Soverato. Dal
2011 collaboro ininterrottamente con Gazzetta del Sud, occupandomi di cronaca nera, giudiziaria, cultura e politica. Nel 2020 ho conseguito l’idoneità professionale di giornalismo.
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